VA’ DOVE TI PORTA IL CUORE, di Susanna Tamaro Leggere - Facile Novembre 12, 2017 Narrativa, Recensioni Verso i sessanta, quando la strada alle tue spalle è più lunga di quella che hai davanti, vedi una cosa che non avevi mai visto prima: la via che hai percorso non era dritta ma piena di bivi, ad ogni passo c’era una freccia che indicava una direzione diversa; da lì si dipartiva un viottolo, da là una stradina erbosa che si perdeva nei boschi. Qualcuna di queste deviazioni l’hai imboccata senza accorgertene, qualcun’altra non l’avevi neanche vista; quelle che hai trascurato non sai dove ti avrebbero condotto, se in un posto migliore o peggiore; non lo sai ma ugualmente provi rimpianto. Potevi fare una cosa e non l’hai fatta, sei tornata indietro invece di andare avanti. (Enzo Biagi) Quando la vita arriva al suo tramonto, l’alba appare tremendamente lontana, il sole mattutino così sfocato, la brezza delle prime luci confuse, e l’unica soluzione possibile è ripercorrere con consapevolezza ed onestà i passi percorsi fino a quel momento. Chi bada al cuore è vicino al mondo animale, all’incontrollato, chi bada alla ragione è vicino alle riflessioni più alte. E se le cose invece non fossero così, se fosse vero proprio il contrario? Se fosse questo eccesso di ragione a denutrire la vita? “Va’ dove ti porta il cuore” è la storia di una vita, presa in mano e mostrata apertamente, nei suoi momenti più importanti e più drammatici, un regalo, l’ultimo, che una nonna desidera fare alla nipote, accompagnandola per mano all’interno di una storia fatta di amore e bugie. Proprio quando credi di trovarti in una situazione senza via di scampo, quando raggiungi il picco di disperazione massima, con la velocità di una raffica di vento tutto cambia, si stravolge, e da un momento all’altro ti trovi a vivere una nuova vita. Il libro scorre, una riga dopo l’altra, come se le parole componessero una dolce poesia, lunga un libro intero, proponendo riflessioni, consigli e confessioni con una delicatezza ed una dolcezza inavvicinabili. Una donna forte, piena di vita, indipendente, scesa a compromessi pur di conoscere l’amore e di non contrastare le convenzioni sociali, ignara di ciò che l’amore possa realmente essere fino al giorno in cui, casualmente, entra in punta di piedi nella sua vita, creando trambusto e complicazioni. La gioia, è proprio questa la cosa che ho più rimpianto. In seguito, certo, sono stata anche felice, ma la felicità sta alla gioia come una lampada elettrica sta al sole. La felicità ha sempre un oggetto, si è felici di qualcosa, è un sentimento la cui esistenza dipende dall’esterno. La gioia invece non ha oggetto. Ti possiede senza alcuna ragione apparente, nel suo essere somiglia al sole, brucia grazie alla combustione del suo stesso cuore. Ma è questo amore, quello vero, che riesce finalmente a ridonarle quella vita di cui ormai era dimentica, donandole il regalo più importante di tutti: una vita nella vita. Eppure talvolta il destino gioca beffardo con le nostre paure e angosce, strappandoci dalle dita ciò che di più caro abbiamo, una ricchezza dopo l’altra, facendoci sprofondare nell’oblio. Se mai arriverai ad ottant’anni, capirai che a quest’età ci si sente come foglie alla fine di settembre. La luce del giorno dura meno e l’albero piano piano comincia a richiamare a sé le sostanze nutritive. Si sta ancora sospesi lassù ma si sa che è questione di poco. Una dopo l’altra cadono le foglie vicine, le guardi cadere, vivi nel terrore che si levi il vento. Per me il vento eri tu, la vitalità litigiosa della tua adolescenza. Abbiamo vissuto sullo stesso albero ma in stagioni così diverse. Solo le cure della giovane nipote potranno ridonarle un po’ di pace, e le parole trascritte e conservate nelle lettere a lei indirizzate saranno le ultime testimoni di una vita costruita sulla fiducia che seguire il proprio cuore sia sempre la scelta migliore. E quando poi davanti a te si apriranno tante strade e non saprai quale prendere, non imboccarne una a caso, ma siediti e aspetta. Respira con la profondità fiduciosa con cui hai respirato il giorno in cui sei venuta al mondo, senza farti distrarre da nulla, aspetta e aspetta ancora. Stai ferma, in silenzio, e ascolta il tuo cuore. Quando poi ti parla, alzati e va’ dove lui ti porta. Scrivi Cancella commentoLa tua email non sarà pubblicataCommentaNome* Email* Sito Salva il mio nome, email e sito web in questo browser per la prossima volta che commento. Hai disabilitato Javascript. Per poter postare commenti, assicurati di avere Javascript abilitato e i cookies abilitati, poi ricarica la pagina. Clicca qui per istruzioni su come abilitare Javascript nel tuo browser.