[Atto primo, scena prima]

Elena: Quanto felici possono essere alcuni e quanto infelici altri! In Atene io sono considerata bella al pari di lei, ma che importa? Demetrio non la pensa così; non sa quello che tutti gli altri sanno e se sbaglia, adorando gli occhi di Ermia, così faccio io, ammirando le sue virtù. L’amore può trasformare ciò che è indegno, vile e senza valore, donandogli forma e dignità. L’amore non guarda con gli occhi, ma con il cuore, per questo nelle immagini l’alato Cupido è cieco.

Neppure lo spirito dell’amore ha giudizio nei suoi gusti: è alato, ma non ha occhi, è sbadato e frettoloso. Si dice che l’amore sia un bimbo, perché spesso si inganna nella scelta. Come vivaci ragazzi che giurano il falso per gioco, così spergiura ovunque il fanciullo Amore, poiché prima che Demetrio incontrasse lo sguardo di Ermia, aveva giurato di essere soltanto mio.

Ma quando s’innamorò di Ermia, scomparve e la pioggia dei giuramenti si dissolse. Gli dirò della fuga di Ermia, così domani sera egli la inseguirà nel bosco e, se per questo favore mi ringrazierà, sarà a caro prezzo. Voglio accrescere la mia pena, vedendolo di nuovo apparire di fronte a me.

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