Iago: Ma vi prego: può darsi che il mio giudizio sia sbagliato. Lo confesso: vedere dovunque il male è il vero tormento della mia natura, e, spesso, immagino colpe inesistenti. Vi prego, dunque, di essere così saggio da non dare ascolto a uno che dà dei giudizi superficiali, e di non turbare il vostro animo per le sue strane e incerte supposizioni. Per la vostra serenità, per il vostro bene, e per la mia dignità, lealtà e saggezza, è meglio che non vi riveli i miei pensieri.

Otello: Ma che cosa stai dicendo?

Iago: Il buon nome, mio caro signore, sia per l’uomo che per la donna, è la gemma più preziosa dell’anima. Se uno mi ruba la borsa, mi ruba una cosa che ha sì un certo valore, ma in fondo senza grande importanza: il denaro era mio, ora è suo, come prima era stato di mille altri. Chi invece ruba il mio buon nome, mi porta via una cosa che non fa ricco lui e impoverisce me.

Otello: Dio mio, dimmi che cosa pensi!

Iago: Non riuscirete a saperlo nemmeno se foste padrone del mio cuore; e non ve lo dirò finché sarò io a comandarlo. Guardatevi dalla gelosia, mio signore. È un mostro dagli occhi verdi, che prima si diverte a giocare col cibo di cui si nutre. Beato quel becco che sa di esserlo e non ama colei che lo tradisce! Ma che vita dannata quella di chi ama e cova il dubbio, di chi sospetta e spasima d’amore!

Otello: Che angoscia!

Iago: Chi è povero e contento è ricco, anzi ricchissimo. Ma chi è molto ricco e ha paura di diventare povero è povero come l’inverno. Buon Dio, salva dalla gelosia tutti quelli che mi sono cari!

Otello: Ma perché, perché dici questo? Credi tu che potrei ridurmi a vivere tormentato dalla gelosia, inseguendo i mutamenti della luna, sempre con nuovi sospetti? No: sospettare appena vuol dire essere già convinti. Dammi del caprone se crederò alle tue illusioni e mi tormenterò con dei sospetti gravi e infondati. Certo non divento geloso se mi vengono a dire che mia moglie è bella, che è un’ospite cordiale a tavola, che ama la compagnia, che è affabile nel parlare, che sa cantare, danzare e suonare bene. Se una donna è virtuosa, queste doti sono ancora più apprezzabili.

E sebbene i miei meriti siano pochi, non per questo io potrò sospettare o temere della sua fedeltà. Infatti, essa aveva occhi per vedere, eppure ha scelto me. No, Iago, prima di avere un dubbio, voglio convincermi, e, avendolo, voglio le prove, e, dopo le prove, addio amore e gelosia.

Iago: Così va bene, perché ora potrò dimostrarvi apertamente il mio affetto e la mia fedeltà. Dunque, prendetelo come ve lo do: è un semplice avvertimento. Non ho ancora delle prove. State attento a vostra moglie, osservatala bene quando si trova con Cassio.

 

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