Ed eccoci giunti ad un altro “ultimo dell’anno”, pronti a stilare liste di buoni propositi (dimenticandoci troppo spesso che, solitamente, coincidono con quelli degli anni precedenti, ahimè!), fare stime varie e progetti futuri.

 

Allora, tra tutte queste riflessioni di fine/inizio anno, perché non dedicarne una anche ai libri?

 

Vorrei partire da qualche informazione preliminare, leggermente sconcertante, quindi preparatevi psicologicamente (io comunque non me ne faccio una ragione, rabbrividisco ogni volta che leggo quello che vi sto per scrivere):

 

Nel 2014, oltre 23 milioni di persone dichiarano di aver letto almeno un libro nei 12 mesi precedenti l’intervista, per motivi non strettamente scolastici o professionali.

Rispetto al 2013, la quota di lettori di libri è scesa dal 43% al 41,4%.

 

La popolazione femminile mostra una maggiore propensione alla lettura: il 48% delle femmine e solo il 34,5% dei maschi.

 

La propensione alla lettura è fortemente condizionata dall’ambiente familiare: leggono libri il 66,9% dei ragazzi tra i 6 e i 14 anni con entrambi i genitori lettori, contro il 32,7% di quelli con genitori che non leggono libri.

 

Quasi una famiglia su dieci (9,8%) non ha alcun libro in casa; il 63,5% ne ha al massimo 100.

 

I “lettori forti”, cioè le persone che leggono in media almeno un libro al mese, sono il 14,3% dei lettori, una categoria sostanzialmente stabile nel tempo.” (dal sito ISTAT).

 

Non so voi, ma le parole “la quota dei lettori di libri è scesa” e “quasi una famiglia su dieci non ha alcun libro in casa” mi fanno amaramente riflettere.

Vi lascio solo uno spunto: secondo molti studiosi il benessere economico, sociale e politico vanno di pari passo con lo sviluppo culturale di un Paese.

 

Ma torniamo a noi: ho parlato in particolare di 52 libri (uno alla settimana, per parlarci chiaro), numero che viene richiamato in uno dei Blog di Crescita Personale di maggior successo, Efficacemente.

 

L’autore dello stesso ci riporta alcune affermazioni di personaggi che, per una ragione o per l’altra, si sono sopraelevati all’uomo comune e hanno cambiato le loro vite (parlo di persone del calibro di Steve Jobs, che amò la poesia tanto quanto le sue idee da visionario, o Churchill, vincitore del premio Nobel per la letteratura).

 

In fondo il numero 52 non è così fondamentale: possiamo darci altri limiti, magari più vicini alle nostre possibilità concrete (mai porsi obiettivi al di fuori della nostra portata, sarebbe frustrante e controproducente).

 

Un buon 30 mi sembra accettabile: mediamente si tratterebbe di leggere 2/3 libri al mese.

Non dobbiamo per forza accollarci uno di quei mattoni interminabili (anche se, personalmente, li trovo affascinanti), che spaventano molte persone.

 

Ma parliamo del 2015: l’obiettivo che mi ero posta era esattamente quello di cui parla Andrea nel suo blog, ovvero i 52 libri.

Ebbene, ho scelto di suddividere i libri che ho incontrato durante questi 12 mesi in due gruppi: quelli “di dovere”, ovvero relativi allo studio universitario, e quelli “di piacere”, scelti per allietare le mie giornate.

 

Ecco i risultati: n° 25 libri universitari + n° 21 libri personali, per un totale di 46 libri!

Sono abbastanza soddisfatta di questi numeri, anche se ovviamente l’obiettivo è quello di fare sempre meglio.

 

L’ultimo appello prima di augurarvi un buon inizio anno: non dimentichiamoci mai che la qualità è comunque sempre meglio della quantità!

 

Leggere è un cibo per la mente e tutto ciò che ha che fare con il cibo deve per forza essere buono.” (Snoopy)

 

E voi quali obiettivi vi eravate posti? Li avete raggiunti? Nuovi propositi per il 2016?

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