L’AUTRICE DI “MANGIA, PREGA, AMA”.

Oggi voglio dedicare l’articolo ad una scrittrice che ho imparato ad apprezzare da non molto tempo. Anzi, così mi sembra abbastanza riduttivo… è un’autrice che semplicemente adoro!

Lei è Elizabeth Gilbert, statunitense di nascita, ma cittadina del mondo col cuore e l’anima.

Il suo successo è legato al noto libro “Mangia, prega, ama”, da cui hanno addirittura tratto il film omonimo con protagonista l’incantevole Julia Roberts. Il testo è praticamente diventato in pochissimo tempo un best-seller dalla sua pubblicazione nel 2006, è rimasto fra i più venduti per ben 187 settimane!

Elizabeth Gilbert nasce il 18 luglio del 1969, a Waterbury, nel Connecticut.

Sua madre lavorava come infermiera mentre suo padre esercitava la professione di ingegnere chimico. Elizabeth non è figlia unica: ha infatti una sorella, Catherine Gilbert, anch’ella con la passione per la scrittura, probabilmente la personalità che maggiormente ha influenzato la vena artistica, le ambizioni e il destino di Elizabeth, inevitabilmente legato a questa professione.

L’infanzia e l’adolescenza della nostra scrittrice trascorrono serenamente: la famiglia, infatti, acquista una piccola fattoria e, in questo periodo, le sue giornate si riempiono grazie all’amore per la letteratura e alle letture vicendevoli scambiate con la sorella maggiore.

Crescendo, questa passione non si esaurisce: inizia addirittura a raccogliere i suoi ricordi e le proprie riflessioni in un diario personale e a scrivere saggi, nonostante la scelta universitaria si discosti da questo percorso; si iscrive infatti alla facoltà di Scienze Politiche in un’università di New York, conseguendo successivamente la laurea.

Nel frattempo inizia la sua professione: non di scrittrice, ma in qualità di cuoca! Prosegue poi col lavoro di cameriera per diversi anni, periodo nel quale lascia totale libertà alla sua vena artistica: riesce a comporre numerosi racconti ispirati a variegate tematiche della cucina moderna, i quali, in un secondo momento, troveranno spazio nel libro intitolato “The last American”.

La sua bravura però non la lascia passare inosservata: ben presto intraprende la carriera di giornalista per un noto giornale americano, dove lavora svariati anni; estende poi le sue collaborazioni pubblicando per altre riviste e diventando una bravissima professionista freelance. Da alcuni suoi articoli hanno poi preso spunto diversi sceneggiatori e scrittori, i quali hanno dato alla luce film e libri.

La svolta si delinea da una crisi personale: Elizabeth, in crisi con il marito, prende la difficile decisione di divorziare; l’iter è lungo e psicologicamente doloroso, gli scontri con l’ex compagno sono forti e continui. Ed è per questo motivo che la scrittrice decide di intraprendere un viaggio spirituale, per rinascere dalla tristezza che ormai la stava soffocando inevitabilmente, portandola giù negli abissi della depressione, come racconta lei stessa nel best-seller “Mangia, prega, ama”.

Questo libro, infatti, è una sorta di autobiografia romanzata del suo percorso: tre sono le tappe toccate, ognuna con le sue peculiarità. Italia, India e Indonesia, i suoi luoghi del cuore che l’aiutano ad affrontare il dolore, la rabbia, la frustrazione, e tutti quei sentimenti negativi che avvelenano l’anima.

Dal libro, nel 2010, è stato tratto l’omonimo film che, tra i protagonisti, annovera Julia Roberts e Javier Borda.

Altre opere da lei pubblicate sono “Giuro che non mi sposo”, un titolo quasi doveroso rivolto a tutte quelle lettrici di “Mangia, prega, ama”, edito nel 2009; “Il cuore di tutte le cose”, romanzo ambientato nell’800 che riflette sulla forza di una donna delusa dalla vita; “Big Magic: vinci la paura e scopri il miracolo di una vita creativa”.

Un’altra sua pubblicazione è “At home on the range”, un ricettario ricco di aneddoti che raccoglie le ricette della sua bisnonna Margaret Yardley Potter, pubblicate già nel 1947; Elizabeth racconta infatti di una vecchia copia ingiallita ritrovata nel solaio mentre riordinava, che le fece scoprire l’affinità che univa lei e la bisnonna, entrambe amanti delle lingue, dei viaggi e, ovviamente, della cucina.

Oggi la scrittrice vive in una piccola cittadina nel New Jersey, Frenchtown, nota per le sue peculiari caratteristiche fuori dal comune (numerose sono le palestre dove si pratica yoga o le panetterie biologiche), dove lei e suo marito, José Nunes, (che è proprio quell’uomo brasiliano di cui parla in “Mangia, prega, ama”) si occupano di importazioni dall’Asia per un piccolo negozietto d’artigianato, vendendo prevalentemente oggetti antichi.

Per scrivere, racconta Elizabeth, sceglie di isolarsi dal resto del mondo, svegliandosi molto presto (verso le 4.30 – 5.00 del mattino), per dedicarsi totalmente alla pratica della scrittura, da lei considerata allo strenuo di una pratica di devozione.

Sicuramente il successo di questa donna risulta essere composto da una duplice componente: da una parte la profonda spiritualità che permea i suoi libri, capaci di descrivere con disarmante semplicità concetti filosofici e religiosi a volte complessi; dall’altra, una grande abilità di intessere queste riflessioni in un racconto scorrevole e piacevole degli avvenimenti della sua vita.

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