Se puoi vedere, guarda.

Se puoi guardare, osserva.

 

Il romanzo “Cecità” non è semplicemente la storia di una misteriosa epidemia che inizia a mietere vittime, non facendo distinzioni tra uomini o donne, bambini o anziani.

“Cecità” è un salto negli abissi umani, nella ignobile e spregevole razza umana che, messa di fronte ai suoi limiti e alle difficoltà, assomiglia sempre meno a se stessa, mettendo da parte l’attitudine all’altruismo e alla ragione, per sprofondare nelle nefandezze subumane.

 

 

Cecità […] qualcosa che si limitava a coprire l’apparenza degli esseri e delle cose, lasciandoli intatti al di là di quel velo nero.

 

Quando la bianca cecità inizia ad avvolgere nella sua luminosità sempre più persone, il governo opta per una quarantena forzata in un edificio adibito a prigione per i malati; qui un gruppo di uomini e donne deve imparare nuovamente a vivere, servendosi della propria forza d’animo per non soccombere ad una situazione così tragica.

 

“Eravamo già ciechi nel momento in cui lo siamo diventati.”

 

Tra di loro il primo gruppo di ciechi, guidati da una donna coraggiosa, moglie dell’oculista che per primo studia la misteriosa cecità, colei che, miracolosamente e senza alcuna spiegazione, sembra essere stata l’unica risparmiata da questa tragedia. Due coppie sposate, una ragazza dagli occhiali scuri, un bambino che ha perso la propria madre, un vecchio con una benda sull’occhio. E poi lei, una donna che vede ancora il mondo nei suoi meravigliosi colori, e non vede un mare che si estende infinitamente davanti alle sue pupille.

Nonostante le misure di sicurezza, l’epidemia continua ad estendersi senza controllo, fino al momento in cui la prigione dei malati diventa un luogo ancor meno sicuro che la cecità stessa: sono gli istinti primordiali, l’aggressività, l’egoismo e la prevaricazione a prendere il sopravvento sulla solidarietà tra uomini, tra animali della stessa specie; e, laddove la fame, la malattia o la disperazione non hanno trovato la strada per insinuarsi, sono gli uomini stessi a decidere della vita o della morte dei loro fratelli.

 

Deve ancora nascere il primo essere umano sprovvisto di quella seconda pelle che chiamiamo egoismo, ben più dura dell’altra, che per qualsiasi cosa sanguina.

 

Quando ormai la situazione è così disperata da non lasciare intravedere nessuna soluzione, un incendio diventa motivo di fuga per molti ciechi, i quali scoprono di non essere i soli ad essere stati colpiti dal male: interi quartieri, paesi, città… la malattia, dilagando, ha lasciato dietro di sé ombre di uomini che furono, e che ora, come fantasmi, si muovono in branchi, perdendosi e ritrovandosi, tentando di sopravvivere giorno dopo giorno.

 

Senza futuro il presente non serve, è come se non esistesse.

 

È grazie al contributo della donna miracolata che il gruppo, unito da un legame sempre più stretto, riesce a trovare un posto dove rifugiarsi, dove trascorrere il tempo, in attesa di quella che sembra una morte certa. Ed è solo lei, seguita da un nuovo inseparabile amico, a poter vedere chiaramente la verità che attanaglia il genere umano, che l’ha sempre attanagliato senza che mai nessuno vedesse veramente.

 

“Secondo me non siamo diventati ciechi, secondo me lo siamo, Ciechi che vedono, Ciechi che, pur vedendo, non vedono.”

 

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