La piccolo Agatha Mary Clarissa Miller nasce nel 1890 in Inghilterra, ma ben presto la famiglia si trasferisce a Parigi; viene cresciuta dalla madre, poiché il padre muore quando lei ha solo dieci anni, che addirittura si prende carico della sua istruzione: Agatha, infatti, non andrà mai a scuola.

 

La prima disciplina artistica che incontra sul suo percorso non è la scrittura, bensì la musica: sin da piccola studia canto e, crescendo, la sua aspirazione diventa quella di intraprendere la carriera di cantante lirica, non ottenendo però grandi riscontri. Decide dunque di tornare nel paese natio, dove comincia a dedicarsi alla scrittura, pubblicando romanzi rosa, sotto lo pseudonimo Mary Westmacott: nemmeno in questa attività, però, riesce a raggiungere il successo sperato.

 

Il lavoro, nel frattempo, le porta l’ispirazione per il suo primo romanzo giallo, “Poirot a Styles Court”: Agatha, infatti, lavora come assistente al dispensario in un ospedale, dove impara molte cose su medicine e veleni.

Il successo arriva con l’opera “Dalle nove alle dieci”, subito seguito da alcuni eventi drammatici: la morte della madre e l’abbandono del marito, Archie Christie, da cui aveva avuto l’unica figlia, Rosalind, la portano ad un crollo; Agatha scompare e, dopo dieci giorni, viene ritrovata sotto effetto di un’amnesia, in un albergo dove si era registrata col nome dell’amante del marito; la depressione dura parecchio tempo e, durante questo periodo, i romanzi che scrive non raggiungono grandi esiti.

 

Durante un viaggio a Bagdad l’ispirazione per uno dei romanzi più conosciuti, “Assassinio sull’Orient Express”, arriva; conosce inoltre quello che diventerà il suo secondo marito, Max Mallowan.

Il successo è ormai alle porte, tanto che la regina Mary le chiede, come regalo di compleanno, la stesura di una commedia: Agatha dà alla luce il racconto “Tre topolini ciechi”, apprezzatissimo.

 

L’abilità di Agatha è presente in tutti i suoi testi: l’atmosfera creata coinvolge i lettori in ambientazioni realistiche e ricche di dettagli, immergendoli nella suspense e nel sospetto.

Due sono i personaggi che hanno lasciato il segno, le creazioni che l’hanno resa così famosa: il detective Hercule Poirot e l’anziana investigatrice Miss Marple.

 

Conosciuta in tutto il mondo, tanto che le sue opere sono state tradotte in 103 lingue, ottenuto addirittura il titolo di Dama dell’Impero Britannico, si dice abbia guadagnato, grazie alla sua professione di scrittrice, circa 23 milioni di euro, diventando una fra gli autori più venduti del mondo.

 

Un fatto particolare è che, a causa della sua disgrafia, fu costretta a dettare tutti i suoi scritti.

Tra i vari premi e i romanzi pubblicati, scrive anche una sua autobiografia, intitolata “La mia vita”, edito dopo la sua morte, avvenuta all’età di 85 anni, dove però non parla del periodo di depressione che la portò per alcuni giorni a girovagare per l’Inghilterra.

 

E’ la donna che, dopo Lucrezia Borgia, è vissuta più a lungo a contatto col crimine.” (Winston Churchill)

 

Dominique Jeannerod, James Berthnal e Brett Jacob, studiosi appassionati dei suoi romanzi, si sono dedicati all’analisi delle loro strutture, per capire se, alla base di tutte le trame, esista una chiave comune per scoprire l’assassino: ebbene, i tre hanno ritrovato, tra tutte le sue storie, alcuni indizi seminati qua e là, proprio perché i suoi assassini si comportano esattamente come dei killer seriali, utilizzando sempre, o quasi, le stesse modalità omicide.

La chiave di lettura? Quando vengono usati metodi quali strangolamento o accoltellamento, allora il nostro assassino è certamente un uomo, mentre le donne preferiscono utilizzare veleni.

 

Anche luogo e mezzi di trasporto utilizzati sono rivelatori: se siamo su navi o aerei, il colpevole è da ricercare tra gli uomini; quando a prevalere sono mezzi di terra, come le automobili, dobbiamo sospettare di una donna, così come quando l’omicidio è avvenuto in campagna.

 

Ma, la regola fondamentale da non dimenticare mai è che chi sembra essere il vero assassino risulta alla fine sempre innocente.

Mai, dunque, dare per scontato ciò che sembra essere così ovvio!

 

Non sempre le formule sono d’aiuto però.

Agatha Christie e la sua scrittura rimangono un punto di riferimento della letteratura e il vero grande mistero da risolvere è comprendere come abbia fatto a creare romanzi così intriganti e appassionanti.

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